Itinerario: Valeggio sul Mincio > Mulini di Volta Mantovana > Goito > Rivalta sul Mincio > Santuario Beata Vergine Maria delle Grazie > Mantova
- Distanza itinerario: 43 km
- Dislivello: +171/-204 m
- Regione: Lombardia e Veneto
- Periodo: Agosto 2024
- Traccia GPX: download
Valeggio sul Mincio – Volta Mantovana (km 0 -> km 6)
Partiamo da Borghetto di Valeggio sul Mincio. L’ingresso della ciclovia si trova seguendo la strada sulla sinistra del fiume, alla fine del parcheggio.
Il primo tratto del percorso ci porterà fino a Mulini di Volta Mantovana seguendo la ciclovia MN1 Peschiera-Mantova sul lato sinistro orografico del fiume Mincio.
La ciclovia è ben segnalata con fondo asfaltato alternato a brevi tratti in ghiaia. È molto frequentata sia da ciclisti locali sia dai turisti che provengono dal Lago di Garda, si snoda tutta in pianura e in questo tratto segue le curve delle anse del fiume.
Volta Mantovana – Goito (km 6 -> km 16)
Giunti a Mulini di Volta lasciamo la ciclovia MN1 per attraversare il Mincio sulla passerella ciclabile che conduce all’altro lato del fiume.
Sull’isoletta in mezzo al fiume c’è il Chiosco dei Mulini, un punto di sosta e di ristoro per tutti i ciclisti che passano di qui. Oltre ad una colazione o una bibita fresca, si possono sempre fare quattro chiacchiere con i ciclisti in sosta e in più ottenere informazioni sugli itinerari e aiuto nel caso abbiate problemi con la vostra bicicletta.
Attraversato il Mincio, la via si inerpica per un breve tratto in salita, svelando ai nostri occhi un suggestivo scivolo d’acqua che, con grazia, si tuffa nel Mincio proprio laddove, fin dal Cinquecento, i vecchi mulini macinavano il grano che dalle campagne circostanti veniva portato in questo luogo.
Al termine della salita riprendiamo la Ciclovia Destra del Mincio MN1d che prosegue tenendosi sul lato destro orografico del fiume fino a Mantova. A dispetto del nome, da qui il tracciato della ciclovia si discosta dall’argine del fiume per percorrere la suggestiva pianura coltivata con le sue rogge e strade bianche. Per un bel pezzo di strada il fiume lo rivedremo solo a tratti.
Al km 8.9 la nostra traccia della Ciclovia Destra del Mincio MN1d continuerebbe dritto di fronte a noi in una strada bianca sconnessa. La imbocchiamo, ma dopo qualche centinaio di metri un cartello di divieto con specificato “strada non ciclabile” ci costringe a tornare indietro. Non capiamo se l’interruzione è temporanea o permanente ma per esperienza, sappiamo che è saggio dare ascolto a tali espliciti avvertimenti quando si pedala in territori sconosciuti. Quindi per non perdere altro tempo decidiamo di fare una piccola deviazione verso Falzoni per poi provare a riprendere la Ciclovia Destra del Mincio MN1d un po’ più avanti.
Scesi alla località di Falzoni svoltiamo a destra su Strada Torre (asfaltata e con qualche automobile) e dopo un paio di chilometri troviamo sulla destra la possibilità di riprendere la ciclovia MN1d. Da qui la ciclovia prosegue su ghiaia senza problemi e poi torna ad essere asfaltata fino a località Torre.
A Torre si torna sulla strada (con poco traffico di automobili) che dopo qualche curva torna a costeggiare il Mincio fino al cartello di entrata all’abitato di Goito dove sulla sinistra usciamo dalla strada per rientrare nella ciclopedonale che entra nei giardini pubblici di Goito. Procediamo lentamente prestando attenzione agli anziani che passeggiano e ai bambini che giocano fino ad arrivare al Mulino dove c’è un bar ristorante. Lo troviamo chiuso, ma la sua posizione direttamente sull’acqua del fiume lo rende molto appetibile per una sosta.
Dentro i giardini non è possibile procedere oltre con la bicicletta, quindi svoltiamo a destra e usciamo dal giardino verso il centro di Goito, attraversiamo l’abitato, poi la strada provinciale molto trafficata e dopo qualche svolta riprendiamo la ciclovia nel parco che costeggia il lato destro del fiume Mincio.
Goito – Rivalta sul Mincio (km 16 -> km 27)
Usciti da Goito, il primo tratto è tutto sotto gli alberi di un fitto bosco che costeggia il fiume Mincio per circa un chilometro, poi si esce dal bosco e si prosegue ancora per un paio di chilometri sulla ciclovia protetta che costeggia la strada provinciale n.23.
Al km 19.5, all’altezza di Sacca, la ciclovia si stacca dalla strada provinciale e inizia a seguire le stradine di campagna seguendo il percorso del fiume che però rimane sempre lontano dalla vista.
Continuiamo a pedalare su stradine di campagna asfaltate con traffico quasi nullo fino a Bellacqua e da qui proseguiamo verso la nostra prossima tappa Rivalta sul Mincio.
A Rivalta sul Mincio si può scendere nuovamente sulla riva del fiume al Parco Fondo Mincio dove si può visitare il piccolo Museo etnografico dei mestieri del fiume. Sempre qui c’è il porticciolo di partenza di Navigazione Mincio che organizza escursioni in barca alla scoperta della Riserva naturale delle Valli del Mincio.
Noi però non possiamo fermarci perché abbiamo un appuntamento qualche chilometro più avanti al Santuario Beata Vergine Maria delle Grazie
Rivalta sul Mincio – Santuario Beata Vergine Maria delle Grazie (km 27 -> km 30)
Una volta giunti alla piazza antistante il Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie guardando la facciata, sulla destra, c’è un arco. Oltrepassato l’arco scendiamo nel giardino che si apre dietro il santuario per raggiungere il pontile di imbarco dei Barcaioli del Mincio.
I Barcaioli del Mincio promuove la conoscenza e la tutela dell’ambiente naturale del fiume Mincio e offre la possibilità di effettuare itinerari guidati, in barca sul fiume.
La particolarità di questo tratto del fiume Mincio è la presenza del fiore di Loto. Introdotto nel Lago Superiore di Mantova nel 1921, il fiore di Loto scompare del tutto durante i mesi invernali per riapparire tra primavera ed estate con una imponente fioritura che si estende a perdita d’occhio. Il periodo della fioritura del Loto va da Giugno ad Agosto, ma il momento migliore per vedere la fioritura del Loto nel suo massimo splendore è circa a metà del mese di Luglio.
Consigliamo di prenotare in anticipo l’escursione in barca sul Mincio, che dura circa un’ora e mezza, in quanto molto frequentata durante l’estate. Se prenoti dovrai arrivare puntuale all’orario previsto per la partenza, quindi valuta bene la distanza che devi percorrere in bicicletta e tempi di percorrenza in base al tuo ritmo.
Presso l’imbarco c’è una fontanella per l’acqua, un chiosco bar ed è possibile parcheggiare e legare la bicicletta.
Il giardino ha delle comode panche e qualche tavolo ideali per fare una sosta all’ombra ammirando la distesa dei fiori di Loto dalla riva.
Santuario Beata Vergine delle Grazie – Mantova (km 30 -> km 43)
Dal Santuario della Beata Vergine delle Grazie al centro di Mantova ci aspettano ancora 13 km di pedalata. Usciamo dalla località Grazie e imbocchiamo la ciclopedonale che ci porterà verso Curtatone e Borgo Angeli.
Qui la ciclovia MN1d corre a fianco della SS10 Padana Inferiore che dalle Grazie prosegue verso Mantova. La strada statale è molto trafficata però noi siamo su una ciclabile protetta quindi a parte lo smog, il rumore e gli attraversamenti è un tratto sicuro.
Si procede così per circa 5 km fino all’altezza di Castelnuovo Angeli dove lasciamo la ciclabile e svoltiamo a sinistra in via dell’Aldriga (all’altezza della farmacia). La strada è senza uscita e sembra finire in un agriturismo ma all’ultimo metro, sulla sinistra, troviamo l’ingresso della ciclabile che cercavamo.
Il passaggio è stretto, il fondo è sterrato, bisogna prestare attenzione ad eventuali pedoni o biciclette che si dovessero incrociare ma dopo 300 metri e un paio di curve il sentiero si allarga e la vista si apre a perdita d’occhio sul Lago Superiore fino alla città di Mantova.
Pedaliamo protetti dall’ombra degli alberi a meno di un metro dall’acqua del fiume, procediamo piano per non disturbare un Cigno Reale a pochi passi da noi e per dare tempo a una famiglia di Germano Reale di spostarsi dal sentiero e scendere in acqua.
Proseguiamo così per circa un chilometro e quando usciamo da questa piccola oasi, siamo già nella prima periferia di Mantova. Attraversiamo il quartiere residenziale di Belfiore alla fine del quale ritroviamo la SS10 per imboccare la pista ciclabile che sale sul lato destro del viadotto. Da qui procediamo verso il centro città sempre sulla ciclabile con brevi tratti su strade secondarie di quartiere fino ad arrivare a Palazzo Te.
A Palazzo Te prevediamo una visita di circa 2 ore, ma non ci sono rastrelliere per le biciclette e nemmeno uno spazio protetto dove lasciarle, quindi siamo costretti a legare le biciclette a un palo nel giardino pubblico antistante. Non è una soluzione piacevole, soprattutto quando ci si muove con e-bike e le borse.
Considerati gli investimenti che le amministrazioni pubbliche fanno in ciclovie e promozione turistica verso i ciclisti con magazine, testimonials, itinerari, cartine, segnaletica, basterebbe poco per creare anche una piccola area protetta dove lasciare le bici legate in sicurezza.
Come al solito leghiamo tutto con tre catene e incrociamo le dita.
Palazzo Te a Mantova è un magnifico esempio di architettura rinascimentale, con affreschi mozzafiato di Giulio Romano. Il palazzo offre una combinazione unica di temi mitologici e storici, rendendolo un tesoro culturale per gli appassionati di arte e storia.
Finita la visita a Palazzo Te ci riposiamo un po’ all’ombra degli alberi del parco e poi ci spostiamo verso il centro storico per la visita al Palazzo Ducale di Mantova.
La strada che abbiamo scelto, per evitare di percorrere un senso unico contromano, è pavimentata con sassi di fiume ed è piuttosto fastidiosa da pedalare ma è lunga solo 700 metri, poi arriviamo subito in Piazza delle Erbe e percorrendo via Broletto entriamo in Piazza Sordello dove sotto i portici c’è la biglietteria del Palazzo Ducale.
Questa volta troviamo una piccola rastrelliera a cui legare le bici. Siccome non c’è fila alla biglietteria, una volta fatti i biglietti, siamo dentro a quella che è stata una delle regge più estese d’Europa.
Palazzo Ducale a Mantova è un imponente complesso che mostra il potere e l’influenza della famiglia Gonzaga attraverso quattro secoli, con oltre 500 stanze, splendidi cortili e giardini ricchi di arte e storia. Il palazzo ospita la famosa Camera degli Sposi, con affreschi di Mantegna, un capolavoro dell’arte rinascimentale che da solo varrebbe la visita.
La visita al Palazzo Ducale dura circa 2 ore, una volta usciti mangiamo un gelato e poi anche la visita a Mantova è finita. È ora di mettersi sulla via del ritorno.